Historia et oratione devotissima de santo Giuliano con il pater noster & il prego devotissimo di esso santo. Nuovamente ristampata
Item
Title
Historia et oratione devotissima de santo Giuliano con il pater noster & il prego devotissimo di esso santo. Nuovamente ristampata
Printed Prayers Cat. Number
PP163
Alternative Title
Historia et oratione deuotissima de santo Giuliano con il pater noster & il prego deuotissimo di esso santo. Nuouamente ristampata
Storia di s. Giuliano
HISTORIA ET ORATIONE DEVOTISSIMA DE SANTO GIVLIANO
CON IL PATER NOSTE[R]
& il prego deuotissimo di esso Santo.
Nuouamente ristampata.
CON IL PATER NOSTE[R]
& il prego deuotissimo di esso Santo.
Nuouamente ristampata.
Publication Place
Venice
Printer/Publisher
Frezzaria al segno della Regina
Date
1585
Language
Italian
Format
[8] c.
8°
Impronta/Fingerprint
i.i, iato iato iato (C) 1585 (R)
Repository (Rights Holder)
Biblioteca universitaria Alessandrina (Rome)
Repository Call Number
Collocazione XV f2.19 25
Inventario LA 001036956 / 1 v.
Inventario LA 001036956 / 1 v.
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Edit16/ISTC/USTC Number
Edit16 CNCE 22898
USTC No. 801455
Edit16/ISTC/USTC Permalink or URL
Note
Frontispiece available on Edit 16 website
Subject & Keywords
Saint Julian
paternoster
Our Father
San Giuliano
Object Type
chapbook
pamphlet
opuscolo
content
[1r]
HISTORIA ET ORATIONE DEVOTISSIMA DE SANTO GIVLIANO
CON IL PATER NOSTE[R]
& il prego deuotissimo di esso Santo.
Nuouamente ristampata.
[Woodcut image of Saint Julian wielding a sword as he beheads both of his parents unknowingly as they sleep in fulfilment of a curse; his actions are witnessed by a woman]
IN VENETIA, In Frezzaria al segno della Regi[na]
M. D. LXXXV.
[1v]
AL nome sia de l’alto Dio verace
E della Madrew sua Vergin pulcella
De noui chori degli Angeli audace,
E delli santi della gloria bella
Hora ascoltate bona gente in pace,
Di san Giulian l’historia, e non nouella,
Che quando nacque una fata lo elesse,
Che padre, & madre vccider si douesse.
Il padre suo in camera si stasea,
In quella notte che nacque Giuliano,
Il detto della fata si volgea
Che lo fatto assai humile, e piano,
Di questa nulla gente s’accorgea,
Che è volontà del Saluator soprano,
Et che’l padre, e la madre quel sapesse
Che’l suo figliuol vccider li douesse.
Passò la notte essendo il dì schiarato,
Disse alla donna, Dio te dia il bon giorno,
Per la man dritta la prese dal lato
Et per lo letto lo menaua atorno,
Et volgi tuor il figlio ch’era nato,
che Christo l i hauea dato tanto adorno,
Vccider le voleua certamente,
Poi farne penitentia longamente.
La nna sua ch’era buona, e valente
Il suo marito prese nelle braccia,
E disse, o mio marito fraudolente
Questo peccato non vo che tu faccia
Tenendol nelle braccia strettamente,
Per tenerezza il basciò nella faccia
Dicendo al suo marito sarracino
Vedi a far questo a niun tuo vicino.
[2r]
Disse il marito donna ti stia a mente
Ch’ancor mille pontitie tu n’harae
Costui fat to è si crudelmente,
Che vccider te, & me consentirae
Saria miglior ammazarlo al presente
Che morte dare a noi già non potrae,
Poi da sua donna fece dipartita
La qual rimase tutt[a] sbigottita.
Giuliano era piu fresco d’una rosa,
E molto bello a chi lo vuol vedere
Era marauigliosa, & forte cosa,
Che bene alcun non gli posson volere,
La madre piange il dì quando si posa,
con grn sospir il guarda a piu potere,
Et disse figliuol, in mal ponto tu ssei nato
Che d’amazarci acquisterai peccato.
Quando Giulian finito hebbe dieci anni
Alla madre parlò palesemente
Et disse madre perche tanto piagni,
Forte sospiri quando mi pon mente,
Di subito spogliossi li suoi panni
Et dritto al cuor pose il coltel pongente
Dicendo madre se non me di quel c’hai,
Hora al presente finir me vedrai.
La madre li rispose sospirando
Et disse filgio intende hora al presente
La fata si ti venne intorniando,
Quando nascesti molto crudelmente,
Giulian ascolta, & va molto guardando
La verità intende certamente
Me col tuo padre insieme vcciderai,
Ne di tal cosa già scampar potrai.
A 2
[2v]
Giuliano a lei rispopse humilmente
Et disse, madre questo non faraggio,
Raccomandossi a Christo omnipotente
Secretamente se misse in viaggio,
Cinquanta dì caminò certametne,
Tanto che in Galitia fe riuaggio
Col tempo tolse moglie a grand’honore
Donna gentil, & di molto valore.
Eran già piu di vinti anni passati
Che nouella di lui non si sapeau
La madre, e’l padre n’erano consumati,
E di dolor ciascuno si struggeua,
Et stauano tutti duoi addolorati,
Figliuol ne figlia piu non hauea
La moglie al marito prese a parlare,
Andiamo per lo mondo a cercare.
Pigliando lo bordon, e lo capello
Raccomandosse a Dio di bon coraggio
Cercando van Giulian, per città, e castello,
Et chi ttrouan guardauon di visaggio,
Gionti in Galitia molto cercaron quello,
Ciascun di lor come saputo, e saggio,
Poi fan l’offerta a l’altar pretioso,
de l’Apostol san Iacobo gratioso.
Et nel uscir della Chiesa vna donna
Trouaron che su l’uscio si sedeua
Lei salutando con parola adorna,
La donna il suo saluto a lor rendeua
Quella pregando con simplice gonna
Che li albergasse si la richiedeua
Poi si posaron con bel ragionare,
Essendo stracchi, & non potendo andare.
[3r]
La gentildonna allhora, & humilmente
Presto domanda quei duoi Pelegrini
D’onde ventie voi, o buona gente,
Quanto da longi son vostri confini
E viandanti allhor subitamente
De lor paesi disseno tal latini,
Come ciascun di lor era ventuo,
Cercando vn suo figlio c’hauea perduto.
Allhora quella benigna humile, e piano
Di tal paese n’è il mio marito
Et per nome si chiama Giuliano,
Ma hoggi a cacciar a ponto è ito,
Voi non vi partirete di certano,
Il mio parlar voi hauete vdito,
Li pellegrini fra lor giua parlando
Quel e’l nostro figliol ch’andiam cercando.
Quella gentildonna li prese per la mano
Con molta festa che in se haueua,
Et si li mena in casa di certano
Et grande honor a quelli lei faceua
Apparecchiando con voler soprano
Del pane, & della carne a lor daseua
Poi li misse a dormire, & riposare
Nel letto di Giuliano senza tardare.
Vdite quel cfe il demonio fello
Che prese forma d’un suo caro amico
Et venne a Giuliano il traditor ribello,
Dicendo, io male nouelle ti dico
La donna tua si tien vn damigello
Tua gentilezza già non cura vn fico,
Et nel tuo letto si son collocati
Di buon amor si son stretti abbracciati.
[3v]
Disse Giulian, hor chi te fa parlare
Che di dolor mi fai tuto morire,
Vena non ho che’l possa già pensare,
che mia moglier faceste tal fallire
Rispose il diauol senzza dimorate
Con li tuoi occhi lo potrai vedere
Se presto a casa tu ritornerai
Nel tuo letto tu li trouerai.
Giulian di questo hebbe gran dolore
Onde a caual di subito è montato
Et nella faccia cambiò suo colore
A casa prestamente fu tornato,
In casmera intrò con gran furore,
Il Padre e la Madre qui hebbe trouato
La spada con molta ira fuor cauaua,
E a tutti duoi la gola lui tagliaua.
Poi del paese si volea partire,
Piu in quelle parti non volendo stare,
La man a l’uscio stese per aprire,
Con la sua donna si venne a scontrare,
che di fuora venia per vdire
In casa intrando li venne a parlare
Giulian tuo Padre, e Madre son venuti
Nel letto son come li hai veduti.
Giulian le ani se mettia al petto
Allhor suoi panni, e carne si stracciaua
Ingannato m’ha il demonio maledetto,
Dicendo che mia donna mi gabbaua,
Io ambedui li ho morti in sul mio letto
Poi le ferite a tutti duoi sciugeua
Dicendo ohime tapino, e suenturato
Hauendo l’anima, e’l corpo dannato.
[4r]
Quella sua donna era buona, e valente
Il suo marito prese a confortare
Raccomandati a Christo omnipotente,
Ch’è gran Signor, & chi ti puo aiutare,
Figlio ne figlia non habbian niente,
Oro, & argento habbian per satisfare
Faremeo far Chese, ponti, & hospitali,
Per l’anima saluar da tanti mali.
Et ben sette Hespedali fe murare,
E vinticinque Ponti veramente,
Poueri assai cominicò albergare,
Per amor di Giesu omnipotente
Lo mal Demonoi pur innanzi gli appare
In forma bisognosa certamente
Parendo tutto rotto, e fracassato
Et Giulian con li poueri l’ha albergato.
Egli era ben meza notte passata
Che’l mal demonio già ponto dormia,
E la cortice hauea tutta stracciata,
E gli altri panni per la fede mia,
Penna, e la paglia haueua mescolata
Per tutta la casaa per sua villania,
Dapoi Giuliano si prese a chiamare,
Aprime l’uscio, che vuo caminare,
Giuliano allhora in piedei fu leuato,
Tutti gli letti suoi andaua guardando,
Trouò doue il malfattore era stato,
Quel che gli hauea fatto si gran danno,
Et in quell’hora gli hebbe giurato
Poueri non albergare in quell’anno
Maschio ne femina, o quel che si sia,
ma di cacciarli tutti quanti via.
A 4 [partially cut off]
[4v]
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Egliera fortemente corrocciato
Pouer nessun non vuol piu albergare
Ma Giesu christo vi fu arriuato,
Et a Giuliano osi prese a parlare
In questa sera tu m’hai albergato
Giulian lo cominciò forte a guardare,
Setu quel che me facesti si gran danno,
Che poueri non albergo in quest’anno
Allhora Giesu si li prese a parlare,
Riponi il mio bordone in cortesia
Tanto ch’albergo io vado a cercare,
Che presto tornerò a lui dicia,
Giulian si cominciò a humiliare,
Per pigliare quel bordon la man porgia
Christo Gieu vn miracol mostraua
Che la man al bordon si s’appiccaua.
Giulian allhor ben l’hebbe conosciuto
Che gliera Giesu Christo benedetto,
Et disse, o Signor mio, ch’io son perduto
El m’ha ingannato il demonio maledetto,
Con la tua forza dami il tuo aiuto
Che sempremai io ti serò suggetto,
Signor tanta gratia tu mi debbi dare,
Che dal nemico mi possa guardare.
Et Giesu Christo Giulian conoscia,
Che del peccato suo era dolente,
Et perdonogli per sua cortesia,
Dicendo, fa che sia pur patiente,
Allhor il buon Giesu da lui si partia,
Lasciando consolato nella mente,
Dapoi Giulian tanto ben si hebbe a fare,
Che padre, e madre, & se fece saluare.
[5r]
Giulian con la sua donna sia staua
Honestamente, & con gran penitenza
E giorno e notte Christo ringratiaua,
Poi come piaque alla diuina potenza
A san Giuliano l’Angel suo mandaua,
Al qual la morte disse in sua presentia,
Et che se preparasse quella fare
Giulian s’inginocchiò senza tardare.
Et gliocchi al ciel leuati disse Iddio,
Pregoti Christo per quelle persone
C’haranno in lor memoria il padre mio,
O per mia madre faranno oratione,
Tre Pater nostri dica col corpio,
Con tre Aue Marie con deuotione,
Guardali Dio dal mal impedimento,
Et cioche fa gli vada a saluamento.
Et chi questa dirà con riuerenza,
In acqua, ne in fuoco non potrà morire
Ne anche non morrà senza penitenza
Ne caso strano gli possa interuenire
Sia liberato da l’infernal sentenza
Et Giesu Christo lo debba essaudire
Che ancora sia in sua compagnia,
Si che lo scampi d’ogni cosa ria.
L’Angel di Dio gli fe responsione,
Dicendo, hora m’ascolta di presente,
Christo esaudtio ha la tua oratione,
Et da tua parte ti dico certamente,
Finito questo, santo Giuliano possone,
Li Angeli presen l’anima lucente
Quella portando a Christo benedetto.
Doue li beati cantan con diletto.
[5v]
Christiani c’hauete questa historia intesa
Di San Giuliano come fu satato,
Et ch’al Padre, & Madre fece offesa
Essendo dal demonio forte ingannato
Ma di contritione è sua vita accesa
Christo Giesu si gli hebbe perdonato
Giulian chiamatao confessor beato
Ch’in cielo, e in terra sia nostro aduocato.
IL FINE.
IL PATER NOSTRO DI Santo Giuliano.
IL beato messer santo Giuliano veniua dal monte Caluario, con la Croce d’oro in ma-0no, al descender del monte al piano, trouò il sserpente, l’orso, e’l lione, ligasti a lor la forza, & la balia, cosi libera me, & chi è in mia com-pagnia. Poi trouasti il maladrino li legasti il braccio, & la bocca, & la mano, cosi prego il mio Signor Iesu Christo, & la beata Vergine Maria, che mi difenda me, & la mia compa-gnia, & chi questo addoso porterà per l’amor di santo Giuliano, d’ogni febre e sciagura cam-pato sarà.
[6r]
Oratione a Giesu Christo.
O Giesu Christo pietoso Signore
Ch’a tua similtudine tu ccreasti,
La creatura, e poi per suo errore
Nel mondo tante pene sopportasti
per dimostrarci il tuo infinito amore
con la tua morte ci ricuperaasti,
Col santo sangue pretioso, & degno
Ci concedesti il glorioso Regno.
Per quello smisurato, e grande amore
Che hai dimostrato alla tua creatura,
Ti prego Signor mio con tutto ’l core,
Et cosi prego la tu[a] madre pura
Non riguardar ad alcun mio errore,
Benche la mente sia nel peccar dura,
Concedemi per gratia tal valore,
Che possa dire, a tua laude, & honore.
Et cosi a honore di santo Giuliano
La sua deuota, & nobil oratione
Col cuor feruente deuoto, & humano
Con riuerentia, & gran deuotione,
Perche me guardi per monte, e per piano
Come brama la mia intentione
Et notte, e giorno per campo, e per via,
Me guardi, e scampi d’ogni cosa ria.
Hor prego te san Giuliano benedetto
Per amor di Giesu, & di Maria
Con tutto il mio core, & con l’efforto
Che so, & posso con la mente mia
Che tu me guardi per ogni rispetto
D’ogni cosa, che nociua sia
[6v]
Da traditor de lancia, e da saetta,
Et da chi contra mi facesse setta.
Pregoti san Giulian, che tu me guardi
L’anima, e ’l corpo d’ogni offesa,
Da ogni taglio, e da pongenti dardi,
Et che la mia persona non sia presa,
Mantieni i sensi miei forti, & gagliardi
Mostrami sempre la strada distesa,
che da niemic possa hauer scampo,
Senza offesa nessuna in ogni campo.
Pregoti glorioso santo Giuliano
Per quel che ami Giesu Nazareno,
Che tu me guardi per monte, & piano,
Da acqua, e fuoco, da ogni veneno
Et sia che si vuole Christiano, o pagano,
Per farmi della vita venir meno
Come a piu fieri togliesti il valore,
Cosi liga a costor le mani, e’l cuore.
Qualunque cosa mi potssi offendere
L’anima e’l corpo, o nocere alla mente,
Da tutti prego mi vogli difendre
Et fami in ogni cosa patiente
Si che alla fine io possa rendere,
L’anima mia a Christo omniptente [sic],
Et ch’io non mora senza penitenza,
Con correttione, o buona coscienza.
Et poi tre Pater nostri ciascun die
Si voglion dire per l’anima del padre
Di santo Giulian, con tre Aue Marie,
Et cosi similmente per la madre
Et chi li dice per campi, e per vie,
Puo gir sicuro fra tutte le squadre,
[7r]
chi addosso tien questa oratione
Si camperà d’ogni tribulatione.
IL FINE.
Questa si è vna oratione de Madonna santa Maria contra ogni morbo, & pestilentia.
Funda præces in cœlis
Maria stella maris.
REmoue cito peccata,
Vnde vota sing grata
Omnium prolata
Maria stella Maris.
A Deo benediƈta
Ab Angelo iam diƈta
In cœlis es descripta
Maria stella Maris.
Alta vnde cœlorum
Decus Angelorum,
Exaudi præce peccatorum,
Maria stella maris.
Tu tota es formosa,
Tu tota speciosa
Tu tota gratiosa,
Maria stella maris.
Tu es norma iustorum
Tutela peccatorum,
Letitia sanƈtorum,
Maria stella maris.
[7v]
Eya glorificata
Et cum Christo locata
Sis nostra aduocata
Maria stella maris.
Vta morbo pestilentie,
Et ab omni prauo scelere
nos defende semer, & hodie,
Maria stella maris.
IL FINE.
Questi sono li saluti che faceua santo Bernardo alla Gloriosa Vergine Maria, liquali se gli porterai con deuotione adosso, te scamperanno da molti pericoli, sel fusse alcuna donna, che non potesse partorire, mettegli adosso con deuotione, &u su-bito partorirà.
AVe stella del Ciel luce serena,
Aue Virgo sacrata humil bella,
Aue salute d’ogni nostra pena.
Maria del Sluator deuota Ancella,
Maria madre figlia del tuo figlio,
Maria in prima, & poi nel parto pulcella.
Gratia di peccator vero consiglio,
Gratia perfetta, gratia futura
Gratia libera noi d’ogni periglio.
[8r]
Piena sei di virtù Vergine pura,
Piena sei di bontà donna cortese
Piena sei di senno donna secura.
Dominus, il figliuol in te discese,
Dominus nel tuo ventre habitar volse,
Dominus carnee humane di te prese.
Tecum è colui che i peccator disciolse,
Teco è Spirito santo Figlio, e Padre,
Teco è colui, che da pensier si tolse.
Benedetta si è l’anima di tua Madre
Benedetta de l’Angelo la vmbasciata
Benedetta li adoranti con le squadre.
Tu sei colei che il Ciel fosti creata,
Tu sei misericordiosa da Dio eletta,
Tu sei di prevcio gloria incoronata.
Mulier doonna autentica, e corretta,
Mulier casta d’ogni vitio rio,
Mulier pretiosa pura, e netta.
Et benedetto lo tuo figlio Iddio,
Et benedetto il latte gratioso
Et benedetto il luoco doue vscio.
Frutto suaue frutto saporoso,
Frutto caritatiuo alli peccatori,
Frutto superno, e frutto gratioso.
[8v]
li ventre tuo èr supra gli altri odori
Il ventre tuo fu di Christo ricetoo
Il ventre tuo è signor di signori.
Iesu Christo verace, e benedetto;
Iesu diuina luce e serena,
Iesu beuete al fonte del tuo petto.
Santa ti trouò Iddio d’ogni gratia plena
Santa è la vita che facesti al mondo
Santa per tuo amor fu Maddalena.
Maria Madre del Saluator giocondo,
Maria donna verace pura, e degna
Maria tu ce traesti del profondo.
Ora per noi si che seguian tua insegna,
Ora per li peccatori gentil sposa,
Ora per li passati, e per cui regna,
Ora per ciaschedun donna pietosa.
IL FINE.
HISTORIA ET ORATIONE DEVOTISSIMA DE SANTO GIVLIANO
CON IL PATER NOSTE[R]
& il prego deuotissimo di esso Santo.
Nuouamente ristampata.
[Woodcut image of Saint Julian wielding a sword as he beheads both of his parents unknowingly as they sleep in fulfilment of a curse; his actions are witnessed by a woman]
IN VENETIA, In Frezzaria al segno della Regi[na]
M. D. LXXXV.
[1v]
AL nome sia de l’alto Dio verace
E della Madrew sua Vergin pulcella
De noui chori degli Angeli audace,
E delli santi della gloria bella
Hora ascoltate bona gente in pace,
Di san Giulian l’historia, e non nouella,
Che quando nacque una fata lo elesse,
Che padre, & madre vccider si douesse.
Il padre suo in camera si stasea,
In quella notte che nacque Giuliano,
Il detto della fata si volgea
Che lo fatto assai humile, e piano,
Di questa nulla gente s’accorgea,
Che è volontà del Saluator soprano,
Et che’l padre, e la madre quel sapesse
Che’l suo figliuol vccider li douesse.
Passò la notte essendo il dì schiarato,
Disse alla donna, Dio te dia il bon giorno,
Per la man dritta la prese dal lato
Et per lo letto lo menaua atorno,
Et volgi tuor il figlio ch’era nato,
che Christo l i hauea dato tanto adorno,
Vccider le voleua certamente,
Poi farne penitentia longamente.
La nna sua ch’era buona, e valente
Il suo marito prese nelle braccia,
E disse, o mio marito fraudolente
Questo peccato non vo che tu faccia
Tenendol nelle braccia strettamente,
Per tenerezza il basciò nella faccia
Dicendo al suo marito sarracino
Vedi a far questo a niun tuo vicino.
[2r]
Disse il marito donna ti stia a mente
Ch’ancor mille pontitie tu n’harae
Costui fat to è si crudelmente,
Che vccider te, & me consentirae
Saria miglior ammazarlo al presente
Che morte dare a noi già non potrae,
Poi da sua donna fece dipartita
La qual rimase tutt[a] sbigottita.
Giuliano era piu fresco d’una rosa,
E molto bello a chi lo vuol vedere
Era marauigliosa, & forte cosa,
Che bene alcun non gli posson volere,
La madre piange il dì quando si posa,
con grn sospir il guarda a piu potere,
Et disse figliuol, in mal ponto tu ssei nato
Che d’amazarci acquisterai peccato.
Quando Giulian finito hebbe dieci anni
Alla madre parlò palesemente
Et disse madre perche tanto piagni,
Forte sospiri quando mi pon mente,
Di subito spogliossi li suoi panni
Et dritto al cuor pose il coltel pongente
Dicendo madre se non me di quel c’hai,
Hora al presente finir me vedrai.
La madre li rispose sospirando
Et disse filgio intende hora al presente
La fata si ti venne intorniando,
Quando nascesti molto crudelmente,
Giulian ascolta, & va molto guardando
La verità intende certamente
Me col tuo padre insieme vcciderai,
Ne di tal cosa già scampar potrai.
A 2
[2v]
Giuliano a lei rispopse humilmente
Et disse, madre questo non faraggio,
Raccomandossi a Christo omnipotente
Secretamente se misse in viaggio,
Cinquanta dì caminò certametne,
Tanto che in Galitia fe riuaggio
Col tempo tolse moglie a grand’honore
Donna gentil, & di molto valore.
Eran già piu di vinti anni passati
Che nouella di lui non si sapeau
La madre, e’l padre n’erano consumati,
E di dolor ciascuno si struggeua,
Et stauano tutti duoi addolorati,
Figliuol ne figlia piu non hauea
La moglie al marito prese a parlare,
Andiamo per lo mondo a cercare.
Pigliando lo bordon, e lo capello
Raccomandosse a Dio di bon coraggio
Cercando van Giulian, per città, e castello,
Et chi ttrouan guardauon di visaggio,
Gionti in Galitia molto cercaron quello,
Ciascun di lor come saputo, e saggio,
Poi fan l’offerta a l’altar pretioso,
de l’Apostol san Iacobo gratioso.
Et nel uscir della Chiesa vna donna
Trouaron che su l’uscio si sedeua
Lei salutando con parola adorna,
La donna il suo saluto a lor rendeua
Quella pregando con simplice gonna
Che li albergasse si la richiedeua
Poi si posaron con bel ragionare,
Essendo stracchi, & non potendo andare.
[3r]
La gentildonna allhora, & humilmente
Presto domanda quei duoi Pelegrini
D’onde ventie voi, o buona gente,
Quanto da longi son vostri confini
E viandanti allhor subitamente
De lor paesi disseno tal latini,
Come ciascun di lor era ventuo,
Cercando vn suo figlio c’hauea perduto.
Allhora quella benigna humile, e piano
Di tal paese n’è il mio marito
Et per nome si chiama Giuliano,
Ma hoggi a cacciar a ponto è ito,
Voi non vi partirete di certano,
Il mio parlar voi hauete vdito,
Li pellegrini fra lor giua parlando
Quel e’l nostro figliol ch’andiam cercando.
Quella gentildonna li prese per la mano
Con molta festa che in se haueua,
Et si li mena in casa di certano
Et grande honor a quelli lei faceua
Apparecchiando con voler soprano
Del pane, & della carne a lor daseua
Poi li misse a dormire, & riposare
Nel letto di Giuliano senza tardare.
Vdite quel cfe il demonio fello
Che prese forma d’un suo caro amico
Et venne a Giuliano il traditor ribello,
Dicendo, io male nouelle ti dico
La donna tua si tien vn damigello
Tua gentilezza già non cura vn fico,
Et nel tuo letto si son collocati
Di buon amor si son stretti abbracciati.
[3v]
Disse Giulian, hor chi te fa parlare
Che di dolor mi fai tuto morire,
Vena non ho che’l possa già pensare,
che mia moglier faceste tal fallire
Rispose il diauol senzza dimorate
Con li tuoi occhi lo potrai vedere
Se presto a casa tu ritornerai
Nel tuo letto tu li trouerai.
Giulian di questo hebbe gran dolore
Onde a caual di subito è montato
Et nella faccia cambiò suo colore
A casa prestamente fu tornato,
In casmera intrò con gran furore,
Il Padre e la Madre qui hebbe trouato
La spada con molta ira fuor cauaua,
E a tutti duoi la gola lui tagliaua.
Poi del paese si volea partire,
Piu in quelle parti non volendo stare,
La man a l’uscio stese per aprire,
Con la sua donna si venne a scontrare,
che di fuora venia per vdire
In casa intrando li venne a parlare
Giulian tuo Padre, e Madre son venuti
Nel letto son come li hai veduti.
Giulian le ani se mettia al petto
Allhor suoi panni, e carne si stracciaua
Ingannato m’ha il demonio maledetto,
Dicendo che mia donna mi gabbaua,
Io ambedui li ho morti in sul mio letto
Poi le ferite a tutti duoi sciugeua
Dicendo ohime tapino, e suenturato
Hauendo l’anima, e’l corpo dannato.
[4r]
Quella sua donna era buona, e valente
Il suo marito prese a confortare
Raccomandati a Christo omnipotente,
Ch’è gran Signor, & chi ti puo aiutare,
Figlio ne figlia non habbian niente,
Oro, & argento habbian per satisfare
Faremeo far Chese, ponti, & hospitali,
Per l’anima saluar da tanti mali.
Et ben sette Hespedali fe murare,
E vinticinque Ponti veramente,
Poueri assai cominicò albergare,
Per amor di Giesu omnipotente
Lo mal Demonoi pur innanzi gli appare
In forma bisognosa certamente
Parendo tutto rotto, e fracassato
Et Giulian con li poueri l’ha albergato.
Egli era ben meza notte passata
Che’l mal demonio già ponto dormia,
E la cortice hauea tutta stracciata,
E gli altri panni per la fede mia,
Penna, e la paglia haueua mescolata
Per tutta la casaa per sua villania,
Dapoi Giuliano si prese a chiamare,
Aprime l’uscio, che vuo caminare,
Giuliano allhora in piedei fu leuato,
Tutti gli letti suoi andaua guardando,
Trouò doue il malfattore era stato,
Quel che gli hauea fatto si gran danno,
Et in quell’hora gli hebbe giurato
Poueri non albergare in quell’anno
Maschio ne femina, o quel che si sia,
ma di cacciarli tutti quanti via.
A 4 [partially cut off]
[4v]
[possible missing line – missing unindented line]
Egliera fortemente corrocciato
Pouer nessun non vuol piu albergare
Ma Giesu christo vi fu arriuato,
Et a Giuliano osi prese a parlare
In questa sera tu m’hai albergato
Giulian lo cominciò forte a guardare,
Setu quel che me facesti si gran danno,
Che poueri non albergo in quest’anno
Allhora Giesu si li prese a parlare,
Riponi il mio bordone in cortesia
Tanto ch’albergo io vado a cercare,
Che presto tornerò a lui dicia,
Giulian si cominciò a humiliare,
Per pigliare quel bordon la man porgia
Christo Gieu vn miracol mostraua
Che la man al bordon si s’appiccaua.
Giulian allhor ben l’hebbe conosciuto
Che gliera Giesu Christo benedetto,
Et disse, o Signor mio, ch’io son perduto
El m’ha ingannato il demonio maledetto,
Con la tua forza dami il tuo aiuto
Che sempremai io ti serò suggetto,
Signor tanta gratia tu mi debbi dare,
Che dal nemico mi possa guardare.
Et Giesu Christo Giulian conoscia,
Che del peccato suo era dolente,
Et perdonogli per sua cortesia,
Dicendo, fa che sia pur patiente,
Allhor il buon Giesu da lui si partia,
Lasciando consolato nella mente,
Dapoi Giulian tanto ben si hebbe a fare,
Che padre, e madre, & se fece saluare.
[5r]
Giulian con la sua donna sia staua
Honestamente, & con gran penitenza
E giorno e notte Christo ringratiaua,
Poi come piaque alla diuina potenza
A san Giuliano l’Angel suo mandaua,
Al qual la morte disse in sua presentia,
Et che se preparasse quella fare
Giulian s’inginocchiò senza tardare.
Et gliocchi al ciel leuati disse Iddio,
Pregoti Christo per quelle persone
C’haranno in lor memoria il padre mio,
O per mia madre faranno oratione,
Tre Pater nostri dica col corpio,
Con tre Aue Marie con deuotione,
Guardali Dio dal mal impedimento,
Et cioche fa gli vada a saluamento.
Et chi questa dirà con riuerenza,
In acqua, ne in fuoco non potrà morire
Ne anche non morrà senza penitenza
Ne caso strano gli possa interuenire
Sia liberato da l’infernal sentenza
Et Giesu Christo lo debba essaudire
Che ancora sia in sua compagnia,
Si che lo scampi d’ogni cosa ria.
L’Angel di Dio gli fe responsione,
Dicendo, hora m’ascolta di presente,
Christo esaudtio ha la tua oratione,
Et da tua parte ti dico certamente,
Finito questo, santo Giuliano possone,
Li Angeli presen l’anima lucente
Quella portando a Christo benedetto.
Doue li beati cantan con diletto.
[5v]
Christiani c’hauete questa historia intesa
Di San Giuliano come fu satato,
Et ch’al Padre, & Madre fece offesa
Essendo dal demonio forte ingannato
Ma di contritione è sua vita accesa
Christo Giesu si gli hebbe perdonato
Giulian chiamatao confessor beato
Ch’in cielo, e in terra sia nostro aduocato.
IL FINE.
IL PATER NOSTRO DI Santo Giuliano.
IL beato messer santo Giuliano veniua dal monte Caluario, con la Croce d’oro in ma-0no, al descender del monte al piano, trouò il sserpente, l’orso, e’l lione, ligasti a lor la forza, & la balia, cosi libera me, & chi è in mia com-pagnia. Poi trouasti il maladrino li legasti il braccio, & la bocca, & la mano, cosi prego il mio Signor Iesu Christo, & la beata Vergine Maria, che mi difenda me, & la mia compa-gnia, & chi questo addoso porterà per l’amor di santo Giuliano, d’ogni febre e sciagura cam-pato sarà.
[6r]
Oratione a Giesu Christo.
O Giesu Christo pietoso Signore
Ch’a tua similtudine tu ccreasti,
La creatura, e poi per suo errore
Nel mondo tante pene sopportasti
per dimostrarci il tuo infinito amore
con la tua morte ci ricuperaasti,
Col santo sangue pretioso, & degno
Ci concedesti il glorioso Regno.
Per quello smisurato, e grande amore
Che hai dimostrato alla tua creatura,
Ti prego Signor mio con tutto ’l core,
Et cosi prego la tu[a] madre pura
Non riguardar ad alcun mio errore,
Benche la mente sia nel peccar dura,
Concedemi per gratia tal valore,
Che possa dire, a tua laude, & honore.
Et cosi a honore di santo Giuliano
La sua deuota, & nobil oratione
Col cuor feruente deuoto, & humano
Con riuerentia, & gran deuotione,
Perche me guardi per monte, e per piano
Come brama la mia intentione
Et notte, e giorno per campo, e per via,
Me guardi, e scampi d’ogni cosa ria.
Hor prego te san Giuliano benedetto
Per amor di Giesu, & di Maria
Con tutto il mio core, & con l’efforto
Che so, & posso con la mente mia
Che tu me guardi per ogni rispetto
D’ogni cosa, che nociua sia
[6v]
Da traditor de lancia, e da saetta,
Et da chi contra mi facesse setta.
Pregoti san Giulian, che tu me guardi
L’anima, e ’l corpo d’ogni offesa,
Da ogni taglio, e da pongenti dardi,
Et che la mia persona non sia presa,
Mantieni i sensi miei forti, & gagliardi
Mostrami sempre la strada distesa,
che da niemic possa hauer scampo,
Senza offesa nessuna in ogni campo.
Pregoti glorioso santo Giuliano
Per quel che ami Giesu Nazareno,
Che tu me guardi per monte, & piano,
Da acqua, e fuoco, da ogni veneno
Et sia che si vuole Christiano, o pagano,
Per farmi della vita venir meno
Come a piu fieri togliesti il valore,
Cosi liga a costor le mani, e’l cuore.
Qualunque cosa mi potssi offendere
L’anima e’l corpo, o nocere alla mente,
Da tutti prego mi vogli difendre
Et fami in ogni cosa patiente
Si che alla fine io possa rendere,
L’anima mia a Christo omniptente [sic],
Et ch’io non mora senza penitenza,
Con correttione, o buona coscienza.
Et poi tre Pater nostri ciascun die
Si voglion dire per l’anima del padre
Di santo Giulian, con tre Aue Marie,
Et cosi similmente per la madre
Et chi li dice per campi, e per vie,
Puo gir sicuro fra tutte le squadre,
[7r]
chi addosso tien questa oratione
Si camperà d’ogni tribulatione.
IL FINE.
Questa si è vna oratione de Madonna santa Maria contra ogni morbo, & pestilentia.
Funda præces in cœlis
Maria stella maris.
REmoue cito peccata,
Vnde vota sing grata
Omnium prolata
Maria stella Maris.
A Deo benediƈta
Ab Angelo iam diƈta
In cœlis es descripta
Maria stella Maris.
Alta vnde cœlorum
Decus Angelorum,
Exaudi præce peccatorum,
Maria stella maris.
Tu tota es formosa,
Tu tota speciosa
Tu tota gratiosa,
Maria stella maris.
Tu es norma iustorum
Tutela peccatorum,
Letitia sanƈtorum,
Maria stella maris.
[7v]
Eya glorificata
Et cum Christo locata
Sis nostra aduocata
Maria stella maris.
Vta morbo pestilentie,
Et ab omni prauo scelere
nos defende semer, & hodie,
Maria stella maris.
IL FINE.
Questi sono li saluti che faceua santo Bernardo alla Gloriosa Vergine Maria, liquali se gli porterai con deuotione adosso, te scamperanno da molti pericoli, sel fusse alcuna donna, che non potesse partorire, mettegli adosso con deuotione, &u su-bito partorirà.
AVe stella del Ciel luce serena,
Aue Virgo sacrata humil bella,
Aue salute d’ogni nostra pena.
Maria del Sluator deuota Ancella,
Maria madre figlia del tuo figlio,
Maria in prima, & poi nel parto pulcella.
Gratia di peccator vero consiglio,
Gratia perfetta, gratia futura
Gratia libera noi d’ogni periglio.
[8r]
Piena sei di virtù Vergine pura,
Piena sei di bontà donna cortese
Piena sei di senno donna secura.
Dominus, il figliuol in te discese,
Dominus nel tuo ventre habitar volse,
Dominus carnee humane di te prese.
Tecum è colui che i peccator disciolse,
Teco è Spirito santo Figlio, e Padre,
Teco è colui, che da pensier si tolse.
Benedetta si è l’anima di tua Madre
Benedetta de l’Angelo la vmbasciata
Benedetta li adoranti con le squadre.
Tu sei colei che il Ciel fosti creata,
Tu sei misericordiosa da Dio eletta,
Tu sei di prevcio gloria incoronata.
Mulier doonna autentica, e corretta,
Mulier casta d’ogni vitio rio,
Mulier pretiosa pura, e netta.
Et benedetto lo tuo figlio Iddio,
Et benedetto il latte gratioso
Et benedetto il luoco doue vscio.
Frutto suaue frutto saporoso,
Frutto caritatiuo alli peccatori,
Frutto superno, e frutto gratioso.
[8v]
li ventre tuo èr supra gli altri odori
Il ventre tuo fu di Christo ricetoo
Il ventre tuo è signor di signori.
Iesu Christo verace, e benedetto;
Iesu diuina luce e serena,
Iesu beuete al fonte del tuo petto.
Santa ti trouò Iddio d’ogni gratia plena
Santa è la vita che facesti al mondo
Santa per tuo amor fu Maddalena.
Maria Madre del Saluator giocondo,
Maria donna verace pura, e degna
Maria tu ce traesti del profondo.
Ora per noi si che seguian tua insegna,
Ora per li peccatori gentil sposa,
Ora per li passati, e per cui regna,
Ora per ciaschedun donna pietosa.
IL FINE.