ORATIONE DEVOTISSIMA DI SANTA MARGARITA, Con i sette Gaudij di santa Maria Maddalena.

Item

Title

ORATIONE DEVOTISSIMA DI SANTA MARGARITA,
Con i sette Gaudij di santa Maria Maddalena.

Printed Prayers Cat. Number

PP157

Alternative Title

Oratione deuotissima di santa Margarita, con i sette gaudij di santa Maria Maddalena
Oratione devotissima di santa Margherita, con i sette gaudii di santa Maria Maddalena

Publication Place

Siena

Date

1581

Language

Italian

Format

[4] c.

Description of Illustrations

Illustrated frontispiece

Impronta/Fingerprint

o,o, reta rea, e,a, (C) 1581 (A)

Repository (Rights Holder)

Biblioteca universitaria Alessandrina (Rome)

Repository Call Number

Collocazione XV f2.19 29
Inventario LA 001037148 / 1 v.

Repository Catalog Link

Edit16/ISTC/USTC Number

Edit16 CNCE 63420
USTC No. 801415

Related Bibliography

Baldacchini, Lorenzo, Bibliografia delle stampe popolari religiose del XVI-XVII secolo. Biblioteche Vaticana, Alessandrina, Estense.

Note

Frontispiece and colophon available on Edit16 website

Subject & Keywords

Saint Margaret
Mary Magdalene
Margherita

Object Type

chapbook
pamphlet
opuscolo

content

[1r]

ORATIONE DEVOTISSIMA
DI SANTA MARGARITA,
Con i sette Gaudij di santa Maria Maddalena.

[Woodcut image of Saint Margaret standing on top of a conquered dragon, she holds a staff surmounted by a cross in her hand, and she wears a crown and a halo]

[1v]

O DOLCE madre di Giesu aita
la mia debil memoria, e l’intelletto,
ch’io possa dir di santa Margherita
vergin’e martir di Giesu diletoo,
con quanti stratij lei perse la uita
per quel Tiranno curdo & maladetto,
non volendo ella mai acconsentire
al suo volere la fece morire.

La sua beltà lo fece inna[m]morare
di Margherita vergine pulzella,
& fecela dinanzi a se menare
con intention di giacersi con ella,
& in tal modo incominciò a parlare,
sei tu ancilla, o libera donzella,
& lei rispose, io son serua di Christo,
che in Croce fe di tante anime acquisto.

El perfido Tiranno vdendo questo,
com’vn Leone cominciò a vrlare,
perche il parlar di lei gli fu molesto,
& subito la fece incarcerare,
poi l’altro giorno il tiranno rubesto,
dauanti a se la fece rimenare,
credendo perche sia stata in prigione,
che mutata sia d’oppinione.

[2r]

Ben si credeua il maluagio Tiranno
con suoi minacci di fargli paura,
& dentro al petto ardeua per l’affanno,
per la beltà di lei fuor di misura,
& disse Margherita quanto danno
sarà d’vna si fatta creatura
essendo morta con aspri tormen[]i,
qual sarai tu, se a me non consenti.

Rispose Margherita, e tuoi minacci,
non mi faranno il mio Giesu lassare,
ne creder per paura, tu mi facci
li dei falsi & bugiardi mai orare,
anzi ti uo pregar, che tu ti spacci
di farmi pur il peggio che puoi fare
che quanto piu crudel sarà il martirio,
tanto piu gaudio har`ø nel ciel empirio.

Intesa Olimbro la fiera risposta,
subito la fe prender & legare,
essendo nuda senza predner sosta,
con sottil verghe la fece frustare
dipoi con crudi graffi a lei s’accosta
due manigoldi per piu tormentare
le membra sue, & tanto la graffiorno,
che insino a l’osso la carne stracciorno,
A ii

[2v]

Dipoi la ferimetter in prigione,
cosi battuta, e tutta flagellata,
doue da canto v’apparse vn drago
che tutta la prigion ha illuminata
col fuoco che sbuffaua quel fellone
& hebbe Margherita lui ingollata.
& lei col santo segno della Croce,
fece scoppiar quella bestia feroce,

Per la virtu del santissimo segno,
vsci del ve tre del fiero dragone,
senza macula alcuna, & Giesu degno
ringratitaua con molta affettione,
& Olimbro scoppiaua per isdegno,
non hauendo di lei compassione,
perche lei non vuol gl’Idoli ado are,
con piu aspro martir la vuol prouare.

Portar si fe molte piastre di ferro,
e in vn gran fuoco le fece scaldare,
cioè in vn monte di carbon di cerro,
& di nuouo la fe nuda spogliare,
dicendo poueretta s’io non erro,
questa viuanda ti conuien gustare,
& cosi nuda fu quiui legata,
& con piastre rouente tormentata
X

[3r]

Et cosi stando gia tutta arrostita,
& non volendo giesu rinegare
metter la fe nuna caldar bollita,
& vn gran foco sotto fece fare,
& ella come rosa colorita,
mai non cessaua di Giesu laudare,
dicendo spesso oh Dio fammi costante
per tua pietà nelle mie pene tanne

Faceua Margarita in quel martire,
come’ella fusse in vn bagno prietoso,
lieta & gioconda con som o defire,
sempre laudando il buon Giesu pietolo,
& cosi stando fece fconuertire
gran quantità di quel popul vitioso,
i quali per suo amor fur battezzati,
poi furon tutti quanti decollati

Et Olimbro vedendola si dura,
& che tanti tormenti non curaua,
per veder se di morte era sicura,
con gran tempesta a furia comandaua
menatela via fuora delle mura,
& disse a qu[e]l che gl’altri decollaua,
vanne con essa, & tagliala testa,
ch’intendo di por fine a questa f[e?]sia,

[3v]

Et cosi essendo Margarita giunta
al’vltima’hora con deuotione,
sendo con tutto il cor con Dio assunta,
diceua essendo posta in ginocchione,
o buon Giesu prima ch’io sia defunta,
ti piaccia d’esaudir la mia oratione,
perdonami Signore ogni difetto,
che uiuer possa innanzi al tuo cospetto.

Et come ell’ebbe l’oration finita,
l’Angiol dicese giu dal cielo impirio,
dicendo la tua prece è esaudita.
& dettegli la palma del martirio,
el carnefice in quello a Margarita
tagliò la testa con vn gran sospiro,
io prego questa vergine beata
ch’in cielo, e in terra sia nostra auuoccata.

IL FINE.


[4r]

Questi sono e sette gaudij di Santa Maria Maddalena.

GAVDE pia Magdalena,
spes salutis vite vena,
lapsorum fiducia.
Gaude dulcis aduocata,
penitendi forma data,
miseris post vitia.
Gaude fooe’ix dio grata,
cui dimissa. sunt peccata,
speciali gratia.
Gaude lotrix pedum Christi,
a quo sancta meruisti,
amoris insignia.
Gaude prius digna fui,
visu Redentoris tui.
in coelesti gloria.
Gaude quae septenis horis
es ab antro vecta foris,
ad coeli fastigia.
Gaude quae nunc sublimari,
& cum Christo gloriais
in coelesti curia.
Fac si nos hic penitere,
vt post mortem lucis vere
sortiarum gaudia. Amen.

[4v]

V. Dimissis suntei peccata multa.
R. Quoniam dilexis multum.

¶ Oratio.

DEVS qui dilecte tue beatissime Mariae
M[a]gdalenae penitentiam, ita tibi gratiam
acceptamque fecisti vt non solum ei peccata
dimitteres verum etiam cor eius tanta amo-
ris du oedine per lustrates, vt pedes tuos la-
chrim’s suis rigaret da nobis quesumus ita
digne flere mala q[u]ae fecimus, vt eius meritis
sanctam indulgentiam suam consequi merea
mur & ori nibus nostri propitiationis tue
elementiam sentiamus. Qui viuis & regnas
cum Deo Patre in vnitate spiritus sancti De-
us. Per omnia secula seculorum. Amen.
IL FINE.

STAMPATA IN SIENA L’ANNO 158[1?]