La deuota Orazione di DI SAN FRANCESCO. Con vna lauda bellissima.
Item
Title
La deuota Orazione di DI SAN FRANCESCO. Con vna lauda bellissima.
Printed Prayers Cat. Number
PP65
Alternative Title
La deuota orazione di san Francesco. Con vna lauda bellissima.
Publication Place
Florence
Printer/Publisher
Giouanni (Giovanni) Baleni
Date
1588
Language
Italian
Format
[4] c.
8°
Impronta/Fingerprint
a.ta nele nele nele (C) 1588 (A)
Repository (Rights Holder)
Biblioteca statale (Lucca)
Repository Call Number
Inventario LIA 38170
Collocazione E. V.h.8.30
Collocazione E. V.h.8.30
Repository Catalog Link
Edit16/ISTC/USTC Number
Edit16 CNCE 16993
USTC No. 801474
Edit16/ISTC/USTC Permalink or URL
Related Bibliography
Descrizione ragionata delle stampe popolari della Governativa di Lucca - Matteucci, Luigi
Subject & Keywords
Saint Francis
Object Type
chapbook
pamphlet
opuscolo
content
[1r]
La deuota Orazione di DI SAN FRANCESCO. Con vna lauda bellissima.
[Woodcut image of Saint Francis of Assisi receiving the stigmata from a cerub/seraph; Chapels with a cross in the background and another cross atop a hill; a companion of St. Franics, Brother Leo, looks on and witnesses the miracle; in woodcut is framed]
[1v]
Eterna luce, e diuino splendore
immensa charità superno dio
tu liberasti il giusto, e’l peccatore
dal fuoco ardente tenebroso, & rio
prestami gratia benigno Signore
quanto conuiensi al desiderio mio
ch’io dica l’oration del tuo fuggetto
deuoto san Francesco benedetto.
Regnaua a Scesi Pietro Bernardone
ricco di roba, & di molti contanti
assai mercantie, & possessione
& trafficaua con piu mercatanti
hauea Francesco in sua dominatione
e beni ei ministraua tutti quanti
& le ricchezze niente non curaua
ma sopra tutto pouertà amaua.
Essendo vn giorno Francesco a orare
in vna Chiesa di san Damiano
& stando ginocchioni a vno altare
orando con feruore humile, & piano
il Crocifisso cominicio a parlare
disse F rancesco mio nobil Christiano
riedific la Chiesa mia, che cade
con la tua forza: & con la tua bontade.
Non
[2r]
Non istette Francesco punto a bada
a dar principio a cosi fatta impresa
stimando certo ch’a Iesu aggrada
che facci racconciar la detta Chiesa
ma Iesu vuol che lui pel mondo vada
a difender la fede ch’era offesa
Francesco a casa sua si ritornaua
& di molta pecunia ragunaua.
Secretamente, che a nessun fu noto
con reuerentia, & con molto desio
alla Chiesa tornò al Sacerdoto
& humilmente disse, ò Padre mio
per ch’io voglio esser di Iesu diuoto
al suo comando voglio vbbidir’io
togli questa pecunia, & fa rifare
quest Chiesa, che sta per rouinare.
Vdendo il Sacerdote le parole
no gli volse per nulla conditione
che di Francesco assai gl’incresce e duole
perche conosce Pietro Bernardone
vede Francesco che pur non gli vuole
nel suo core portaua passione
parissi da lui, con molta fretta
la borsa in vna buca del mur getta.
A ii Disse
[2v]
Disse Francesco, c’ sono in casa tua
e fe pensier d’hauerglieli lassati
vn’amico del padre a casa sua
presto n’andò dir di quei ducati
& disse a Pietro, i gli vidi amendaua
Francesco el prete, credo che accordati
fussino insieme, & perch’io nol dicessi
fe vista il prete che non gli volessi.
Intese questo Pietro Bernardone
senza piu aspettar si misse in via
tutto adirato riscontrò il garzone
& con minacci, & con gran villania
battendol senza niuna discritione,
dicendo troua la pecunia mia
& percotendol con acerbe busse
tanto che a quella buca la condusse.
Doue Francesco la pecunia misse
dindi la trasse, & al padre la rende
lui a vn tempo Pietro si gli disse
ma molto prima lo grida, & riprende
che andassi ad vna fiera, & li finisse
molta mercantia come si vende
andò Francsco, & fece buon mercato
& vendè d’ muli, e ciò ch’auea portato.
Dette
[3r]
Dette per Dio, che non si tenne vn grosso
di tutti quei danar c’haueua presi
& cosi e miglior panni del suo dosso
& poi si ritornaua verso Scesi
Pietro lo intese, & presto si fu mosso
& riscontrollo la per quei paesi
corsegli addosso con molto furore
leggollo come vn ladro, & mal fattore.
Ah, ah, ribaldo tu mi sei molesto
ti cauerò del capo la pazzia
tu puoi far conto hauer fatto del resto
dandogli calci, & pugna tutta via
cosi al Vescouado il menò presto
dicendo mio figliuol non vo che sia
brutto ribaldo pessimo demonio
io ti vo diredar del patrimonio.
Si ben disse Francesco, io son contento
e non vo piu che tuo figliuol mi chiami
presente Monsignor com’io consento
che tu mi scioglia di tutti i legami
& dispogliossi ogni suo vestimento
dettegli al padre & disse tu che brami
le delitie del mondo, & sua viuande
to qui che mia ricchezze fien piu grande.
Certo
[3v]
Certo che tu non vuol, & io non voglio
esser piu tuo, & tu non sia piu mio
l’anima el corpo dal mondo dispoglio
per ch’ealtro vestimento el mio desio
vdendo Monsignor vn tanto orgoglio
lo benedisse, nel nome di Dio
vestillo poi d’vn sacco, & d’vna corda,
lo cinse, perche lui cosi saccorda.
E così si partì lieto, & contento
& cominciò pel mondo a predicare
li Vangeli di Dio per fondamento
la santa Trinità a dichiarare
& cosi fece il suo santo conunto
per tutto il mondo s’hebbe a diuulgare
& fe tanti miracoli in sua vita
che gia mai fu da huom tal cosa vdita.
Sul glorioso monte della Vernia
staual ’l humil Francesco in oratione
apparue allui il Re di vita eterna
per dargli in vita gran consolatione
visibilmente, che allui discerna
in vista tal, come hebbe passione
& come Serafin si gl’appariua
con le sue piaghe Francesco feriua.
In
[4r]
In tal maniera le Stimite Sante
hebbe Francesco da Iesu diletto
nel petto, nelle mani, & nelle piante
segnato fu da Iesu benedetto
per ispecchio tegnamolo dauante
sempre pregando quel con puro effetto
che per noi preghi il signor de signori
che ci conduca alli superni chori.
I L F I N E.
AL monte santo IESV apparia
con le sue piaghe Francesco feria
Al monte benedetto della Vernia
staua l’humil Francesco in oratione
all’hor gl’apparue il Re di vita eterna
& salutollo, con deuotion
secondo che la storia, el libro pone
che spesse volte a veder lo venia.
Al montesanto apparue il Saluatore
accompagnato da Gliangeli santi
& tutto il Monte copria di splendore
cantando di virtù solenni canti
& questo viddon certi viandanti
chel Mondte di splendor lume rendia.
Quando vidde venire il Cherubino
il dolce pouerel fu inginocchiato
dicendo
[4v]
dicendo ben ne venga il Serafino
che de l’amor di Christo, e innamora
all’hor rimase tutto consolato
Francesco santo pien di cortesia.
Ancor non vo contato il duro passo
quando il demonio lo volse tentare
e lo condusse in fu vn’alto sasso
& indi a terra lo volse gettare
ma quel Signor Iesu, che non ha pare
per san Francesco miracol facia.
E quando il pouerello vi fu suso
la pietra gli fe luogo immantinente
& quiui stette senza andar piu giuso
la forma vi rimase certamente
& questo può veder tutta la gente
la forma nella pietra rimania}
I L F I N E.
Stampata in Firenze appresso Giouanni
Baleni, l’Anno. 1558.
La deuota Orazione di DI SAN FRANCESCO. Con vna lauda bellissima.
[Woodcut image of Saint Francis of Assisi receiving the stigmata from a cerub/seraph; Chapels with a cross in the background and another cross atop a hill; a companion of St. Franics, Brother Leo, looks on and witnesses the miracle; in woodcut is framed]
[1v]
Eterna luce, e diuino splendore
immensa charità superno dio
tu liberasti il giusto, e’l peccatore
dal fuoco ardente tenebroso, & rio
prestami gratia benigno Signore
quanto conuiensi al desiderio mio
ch’io dica l’oration del tuo fuggetto
deuoto san Francesco benedetto.
Regnaua a Scesi Pietro Bernardone
ricco di roba, & di molti contanti
assai mercantie, & possessione
& trafficaua con piu mercatanti
hauea Francesco in sua dominatione
e beni ei ministraua tutti quanti
& le ricchezze niente non curaua
ma sopra tutto pouertà amaua.
Essendo vn giorno Francesco a orare
in vna Chiesa di san Damiano
& stando ginocchioni a vno altare
orando con feruore humile, & piano
il Crocifisso cominicio a parlare
disse F rancesco mio nobil Christiano
riedific la Chiesa mia, che cade
con la tua forza: & con la tua bontade.
Non
[2r]
Non istette Francesco punto a bada
a dar principio a cosi fatta impresa
stimando certo ch’a Iesu aggrada
che facci racconciar la detta Chiesa
ma Iesu vuol che lui pel mondo vada
a difender la fede ch’era offesa
Francesco a casa sua si ritornaua
& di molta pecunia ragunaua.
Secretamente, che a nessun fu noto
con reuerentia, & con molto desio
alla Chiesa tornò al Sacerdoto
& humilmente disse, ò Padre mio
per ch’io voglio esser di Iesu diuoto
al suo comando voglio vbbidir’io
togli questa pecunia, & fa rifare
quest Chiesa, che sta per rouinare.
Vdendo il Sacerdote le parole
no gli volse per nulla conditione
che di Francesco assai gl’incresce e duole
perche conosce Pietro Bernardone
vede Francesco che pur non gli vuole
nel suo core portaua passione
parissi da lui, con molta fretta
la borsa in vna buca del mur getta.
A ii Disse
[2v]
Disse Francesco, c’ sono in casa tua
e fe pensier d’hauerglieli lassati
vn’amico del padre a casa sua
presto n’andò dir di quei ducati
& disse a Pietro, i gli vidi amendaua
Francesco el prete, credo che accordati
fussino insieme, & perch’io nol dicessi
fe vista il prete che non gli volessi.
Intese questo Pietro Bernardone
senza piu aspettar si misse in via
tutto adirato riscontrò il garzone
& con minacci, & con gran villania
battendol senza niuna discritione,
dicendo troua la pecunia mia
& percotendol con acerbe busse
tanto che a quella buca la condusse.
Doue Francesco la pecunia misse
dindi la trasse, & al padre la rende
lui a vn tempo Pietro si gli disse
ma molto prima lo grida, & riprende
che andassi ad vna fiera, & li finisse
molta mercantia come si vende
andò Francsco, & fece buon mercato
& vendè d’ muli, e ciò ch’auea portato.
Dette
[3r]
Dette per Dio, che non si tenne vn grosso
di tutti quei danar c’haueua presi
& cosi e miglior panni del suo dosso
& poi si ritornaua verso Scesi
Pietro lo intese, & presto si fu mosso
& riscontrollo la per quei paesi
corsegli addosso con molto furore
leggollo come vn ladro, & mal fattore.
Ah, ah, ribaldo tu mi sei molesto
ti cauerò del capo la pazzia
tu puoi far conto hauer fatto del resto
dandogli calci, & pugna tutta via
cosi al Vescouado il menò presto
dicendo mio figliuol non vo che sia
brutto ribaldo pessimo demonio
io ti vo diredar del patrimonio.
Si ben disse Francesco, io son contento
e non vo piu che tuo figliuol mi chiami
presente Monsignor com’io consento
che tu mi scioglia di tutti i legami
& dispogliossi ogni suo vestimento
dettegli al padre & disse tu che brami
le delitie del mondo, & sua viuande
to qui che mia ricchezze fien piu grande.
Certo
[3v]
Certo che tu non vuol, & io non voglio
esser piu tuo, & tu non sia piu mio
l’anima el corpo dal mondo dispoglio
per ch’ealtro vestimento el mio desio
vdendo Monsignor vn tanto orgoglio
lo benedisse, nel nome di Dio
vestillo poi d’vn sacco, & d’vna corda,
lo cinse, perche lui cosi saccorda.
E così si partì lieto, & contento
& cominciò pel mondo a predicare
li Vangeli di Dio per fondamento
la santa Trinità a dichiarare
& cosi fece il suo santo conunto
per tutto il mondo s’hebbe a diuulgare
& fe tanti miracoli in sua vita
che gia mai fu da huom tal cosa vdita.
Sul glorioso monte della Vernia
staual ’l humil Francesco in oratione
apparue allui il Re di vita eterna
per dargli in vita gran consolatione
visibilmente, che allui discerna
in vista tal, come hebbe passione
& come Serafin si gl’appariua
con le sue piaghe Francesco feriua.
In
[4r]
In tal maniera le Stimite Sante
hebbe Francesco da Iesu diletto
nel petto, nelle mani, & nelle piante
segnato fu da Iesu benedetto
per ispecchio tegnamolo dauante
sempre pregando quel con puro effetto
che per noi preghi il signor de signori
che ci conduca alli superni chori.
I L F I N E.
AL monte santo IESV apparia
con le sue piaghe Francesco feria
Al monte benedetto della Vernia
staua l’humil Francesco in oratione
all’hor gl’apparue il Re di vita eterna
& salutollo, con deuotion
secondo che la storia, el libro pone
che spesse volte a veder lo venia.
Al montesanto apparue il Saluatore
accompagnato da Gliangeli santi
& tutto il Monte copria di splendore
cantando di virtù solenni canti
& questo viddon certi viandanti
chel Mondte di splendor lume rendia.
Quando vidde venire il Cherubino
il dolce pouerel fu inginocchiato
dicendo
[4v]
dicendo ben ne venga il Serafino
che de l’amor di Christo, e innamora
all’hor rimase tutto consolato
Francesco santo pien di cortesia.
Ancor non vo contato il duro passo
quando il demonio lo volse tentare
e lo condusse in fu vn’alto sasso
& indi a terra lo volse gettare
ma quel Signor Iesu, che non ha pare
per san Francesco miracol facia.
E quando il pouerello vi fu suso
la pietra gli fe luogo immantinente
& quiui stette senza andar piu giuso
la forma vi rimase certamente
& questo può veder tutta la gente
la forma nella pietra rimania}
I L F I N E.
Stampata in Firenze appresso Giouanni
Baleni, l’Anno. 1558.