LA DEVOTA ORAZIONE DI SANTA Appollonia.

Item

Title

LA DEVOTA ORAZIONE DI SANTA Appollonia.

Printed Prayers Cat. Number

PP62

Alternative Title

La deuota orazione di santa Appollonia

Date

15--

Language

Italian
Latin

Format

[4] c.

Impronta/Fingerprint

o.to reia e,ia e,ia (C) 15.. (Q)

Repository (Rights Holder)

Biblioteca statale (Lucca)

Repository Call Number

E.V.h.8.27

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Edit16/ISTC/USTC Number

Edit16 CNCE 17002
USTC No. 762075

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Descrizione ragionata delle stampe popolari della Governativa di Lucca - Matteucci, Luigi

Note

Frontispiece available on Edit16

Subject & Keywords

Saint Apollonia
Appollonia
teeth
king
father

Object Type

chapbook
pamphlet
opuscolo

content

[1r]

LA DEVOTA ORAZIONE DI SANTA Appollonia.

[Woodcut image of the torture of Saint Appollonia, who is tied to a column and is having her teeth extracted with pincers by two males, other instruments of torture are on the ground; the scene takes place in front of a enthroned figure wearing a crown and holding a sceptre and another older man watches; the scene is set in a crenelated courtyard; frame is decorative]

[1v]

RIcorro à te Signor dogni Signore
Padre, Figliuolo, & Spirito Santo,
ò vera Trinità chiaro splendore
che guardi e reggi il mondo tutto quanto,
della tua gratia illumina il mio core
ch’io dimostri il mio disteso canto,
donami gratia Maestà infinita
che’Appollonia narri la sua vita.

Santa Appollonia fu d’Alessandrina
el Re Tarso suo padre era chiamato,
di questa gloriosa alma diuina
qual’era d’Alessandria incoronato
hebbe questa figliuola pellegrina
lui fu crudele iniquo & dispietato:
era Idolatrio vn’huomo faso & triste
nimico cordial di Iesu Christo.

Sendo à letto Appollonia al far del dì
non dormia troppo ne era suegliata,
in mediante vn’Angiol gl’apparì
benignamente l’hebbe salutata,
dicendo à quella Dio ti diel buon dì
hor odi di Iesu la sua imbasciata,
vuol che tu pigli il santo battesimo
& lasci l’Idolatria el paganesimo.
Quando

[2r]

Quando stamani leuata sarai
fuor d’Allesandria tu sai il diserto,
doue sta Tacchuin’ tu te n’andrai
che della fe di Dio ti farà certo,
& per sua mano ti battezzerai
diuotamente per hauer quel merto,
per goder con Iesu l’eterna vita
à posseder quella gloria infinita.

Santa Appollonia à buon’hotta eleuata
tacita & cheta al diserto n’andone,
doue era il Romito appresentata
benignamente si lo salutone,
essendogli dinanzi inginocchiata
prima gli chiese la benedizione,
poi con dolci sospir lachrime & pianto
chiese al Romito il battesimo santo.

Vanne figliuola che benedetta sia
io non ti vo per nulla battezzare,
se lo sapessi tuo padre dicia
crudelmente m i farebbe sqartare,
ma in vno stante vn’Angiol apparia
& vna coppa piena hebbe arrecare
qual’era d’acqua & confortata alquanto
dette Appollonia il battesimo santo.
A 2

[2v]

Essendo lei da l’Angiol battezzata
in Alessandria presto ritornoe,
non volle a casa il padre essere andata
anzi in piazza a prediare comincioe,
il nascer della vergine beata
poi come Gabriel l’annunzione,
del santo parto il vero nascimento
di Giesu Christo il santo auuenimento.

Sentito il padre che la figlia è in piazza
che la mattina l’ha fatta cercare,
l’huomo crudele che di mala razza,
la fe dinanzi à se appresentare,
dicendogli figliuola hor tu se pazza
hor chi t’ha fatto gli dei rinegare,
ella rispose l’eterno Giesue
staman da l’Angiol suo detto mi fue.

Si come io mi douessi conertire
per man del’Angel suo son battezzata,
& vo per Christo viuere e morire
per la sua Madre Vergine beata,
Spirito Santo hebbe à partorire
sendo da Gabriello annunziata,
partorì poi il rendentor del mondo
del cielo, della terra, & del profondo.
Poi

[3r]

Poi Appollonia a suo padre dicia
credi è Giesu & fatti battezzare,
il padre acceso con gran villania
crudelmente l’hebbe à bestemmiare,
va figliuola che maladetta sia
oltre su serui mia che state à fare,
con le tanaglie cauategli e denti
in mia presenzia dice a sua sergenti.

Santa Appollonia essendo inginocchione
parche che i denti si gl’erano cauati
a Giesu christo con gran deuozione
perdonami signore i miei peccati,
ah crudel padre la mia passione
m’accresce gloria fra santi e beati,
in Paradiso con letizia e canti
a te cresce l’inferno pene, & p ianti.

Veduto il padre la persona cruda
che non voleua Christo rinegare,
à vna colonna fe legarla ignuda
& crudelmente la fe vergheggiare,
ma manigoldi ch’an la carne cruda
non hanno possa poterla toccare,
perche gl’Angioli le verghe spezzorno
& sana la sua carne si saluorno,
Dipoi

[3v]

Diplorando al suo padre dicia
hor vedi di Iesu la sua clemenzia,
gl’Angioli guaron la persona mia
che nulla non ti val la tua potenzia,
el padre acceso con gran bizzarria
hor tu ne porterai la penitenzia,
intendo vscir di tanta contumace
all’hor la fe gettar nella fornace.

Ne pria gittata fu nel fuoco ardente
che gl’Angeli in aria la leuar sospesa,
senza esser maculata di niente
hauendo il padre questa cosa intesa,
alla sua vita ne fu piu dolente
sentendo che dal fuoco s’è difefa,
in piu superbia en maggior rabbi acorre
fella gettare giu d’vn’alta torre.

Gl’Angioli la sosteneuon nelle braccia
che veduta la fu cadere in piede,
credendo che sia fatto vna focaccia
quando che il padre questa cosa vede
si diede dua gran pugni nella faccia
& à mugliar come vn Leon si diede,
va giustizier & tagliagli la testa
ch’io vo veder di lei lultima festa.
In


[4r]

In questo se assai gente conuerire
innanzi chella fusse decollata,
che poi il tiranno gli fece morire
Santa Appollonia essendo inginocchiata,
inuer di Christo cosi prese a dire
l’anima mia ti sia raccomandata,
de fa l’anima mia del tuo amor sazia
giusto signor concedimi vna grazia.

L’Angiolo apparse con palma fiorita
innanzi ch’ella sia decapitata,
& disse tua orazione in cielo e esaudita
all’hor gli fu la sua testa tagliata,
gl’Angioli preson quell’alma gradita
dinanzi à Christo l’hebbono presentata,
che gli misse corona di fine oro
fra l’altre Vergine nel celeste coro.
I L F I N E.

De Sancta Appollonia. Antiphona.
BEata Appolonia graue tormentum pro
domino sustituit primo tyranni extraxe-
runt dentnes eius cun, malleius, & cum effet il-
lo tormento orauit ad dominium Iesum Chri-
stum, vt quicunque nomen suum deuote in-
uocar & malum indentibus non sentirent.

[4v]

℣. Ora pro nobis beata Appollonia.
℟. Vt digni efficiamur promissionibus
Christi. Oratio.
OMnipotens sempiterne deus, qui beatam
Appolloniam Virginem & martirem tui
de minibus inimicorum suorum liberasti &
eius orationem exaudisti : te questo per inter-
cessionem eius & beati Laurentii martiri tui
simul quel omnium sanctorum & sanctarua[m]
vt dolorem à dentibus meis expellis sanu[m] & in?
columen me ipsum efficias, vt tibi gratarum
aƈtiones teferre valeam in eternum. Per do
minum nostrum Iesum Christum filium
tuum, quie tecum viuit & regnat in vnitate sp[i]
ritus sanƈti Deus, Per omnia sẹcula sẹcolu
rum. Amen.


F I N I S.