La Deuota Oratione, et HISTORIA DI SANTA AGATA.

Item

Title

La Deuota Oratione, et HISTORIA DI SANTA AGATA.

Printed Prayers Cat. Number

PP60

Alternative Title

La deuota oratione, et historia di santa Agata

Date

15--

Language

Italian

Format

[4] c.

Description of Illustrations

Woodcut of the martyrdom of Saint Agatha on titlepage

Impronta/Fingerprint

a.la a,ce a,ce a,ce (C) 15.. (Q)

Repository (Rights Holder)

Biblioteca statale (Lucca)

Repository Call Number

Inventario LIA 38171
Collocazione E.V.h.8.28

Repository Catalog Link

Edit16/ISTC/USTC Number

Edit16 CNCE 16997
USTC No. 762073

Subject & Keywords

Saint Agatha

Object Type

chapbook
pamphlet
opuscolo

content

[1r]

La Deuota Oratione, et HISTORIA DI SANTA AGATA.

[Woodcut image of the torture and martyrdom of Saint Agatha in which her breasts are cut off at the direction of the king who directs the scene from his throne- holding a sceptre and wearing a crown; the setting appears like a classical or Renaissance setting with columns and arches, a tiled floor creates a sense of perspective; Agatha is tied to a column as she is tortured and a fire burns at her feet; set in a decorative frame]

[1v]

DIuina Maestà, eccelso Iddio
che ’l Cielo, el mondo creasti di [piena?]
a te ricorro con tutto il disio
perche tu se il sommo omnipotente
di gratia alluma l’intelletto mio
ci possa dire alle diuote gente
d’Agata vergin sua santa oratione
adunque vdite con gran diuotione.

E tu Vergin gloriosa santa & degna
presta fauore al mio basso intelletto
per quella verginea & alta insegna
che tu portasti per Giesu nel petto
benche mia linguan si di dir degna
di te che chiedi, nel diuin conspetto
à tua laude & honor, & à tua gloria
darò principio a tuoi martirii e storia.

Agata fu del Regno Ciciliano
d’vna Città, che Capitania e nomata,
di gentil sangue, bella & non in vano
perche da molti giouin fu amata
massime dal maluagio Quintiano
ma lei che l’alma a Christo hauea donata
tutti gli sposi mondan lei disprezza
ch’ a Giesu vuol seruar la sua bellezza.
Era

[2r]

Era Quintian di Cicilia prefetto
& quando intese della nobil figlia
sentì per lei d’amor ferirsi il petto
& perche lei d’amor ferirsi il petto
di sposar quella fece suo concetoo
& per lei manda della sua famiglia
perche sentito hauea come Christiana
secreta era la Vergine soprana.

Com’ella fu a lui venuta auanti
il Tiranno le disse la sua voglia
diss’ella e tuoi pensier saranno erranti
ch’à Christo ò dato l’anima & la spoglia
ne altro sposo mai vo che si vanti
che col mio casto core, amare voglia
& Quintian con molto lusingare
non la potette a sua voglia recare.

Onde e la dette a vna meretrice
che per nome Anfrodissa era chiamata,
e promesse di farla alta & felice
s’Agata harà a sue voglie recata,
& molte cose gli promette & dicembre
poi quanto fu a sua casa arriuata,
con l’altre meretrice messe quella
come tra Lui la semplicetta Agnella.
A 2 E co-

[2v]

E cominciorno a volerla disporre
allel lor voglie & satiar il Tiranno
lei a Giesu all’vsato ricorre
ch’a le feste & à giuochi che le fanno
la facea forte, & Giesu la soccorre
& molti fanciulleschi don li danno
le piu s’indura & Giesu sposo chiama
sopra ogn’altra cosa al mondo l’ama.

Anfodissa al Tiranno la rimena
& molto disse della sua durezza,
disse Quintian tu dura & io con pena
castigherò tua stolta fanciullezza,
percuoter fece la faccia serena
da duoi ribaldi, & lei li duol disprezza
& Giesu chiama, che la facci forte
à percosse, à martir, à dura morte.

Poi fe con verghe batter sua persona
orribilmente, sendo mezza nuda
lei al cielo alza gli occhi à Dio sermona
l’empio Quintian per la gran rabbia suda
veggendo l’intention d’Agata buona
con faccia irosa, & con sau mente cruda,
al tutto si dispose di sgararla
& fece innanzi a se presto chiamarla.
Disse

[3r]

Disse vuo tu però Vergin morire
& star tanto ostinata, acerba, & dura,
piu presto che voler acconsentire
d’adorar l’idol mio, con mente pura,
& poi mia sposa degna diuenire
lei gli risponde, non hauer paura
di minacci, flagelli, aspri martiri
ch’à Giesu solo ho volto i miei desir.

Onde l’aspro tiranno infuriato
fe di nuouo legar la Verginella
& al suo giustiziere ha comandato
che le ritorca al petto ogni mammella
& iscopirno il corpo delicato
alla colonna poi legorno quella
& tormentornol sacro casto petto
& lei al ciel sempre tenea l’effetto.

Dicendo, ò Giesu mio, per tua virtù
prego che facci salua l’alma à me
perche mio sposo & mio Signor sei tù
altro non amo se non solo te
però soccorri me Signor Giesù
che sempre mai pietoso a’seruir se
& mentre che’ pregaua al suo Signore
le mammelle tagliorno a gran furore.
Come

[3v]

Come e vidde inciso il degno frutto
con ferro & fuoco al Tiranno si volse
vergognati dicendo, ò mostro brutto
d’hauer tagliato, chi nutrir ti volse,
alterossi per ira Quintian tuto
e tutto il sacco di nequitia sciolse
& fella metter subito in prigione
senza curarla, ò darle refettione.

La notte venne vn vecchio honesto e santo
all prigione, & vuolla medicare
lei lo ricusa, & chiama Iddio con pianto
che l’alma sua non o voglia abbandonare
che huom del mondo non si darà vanto
che’l petto con sua man gl’habbi a toccare
se non per forza, & chiamaua Giesù
dicendo Signor mio soccorri tù.

Il vecchio disse, sappi ch’io son Piero
Apostol del Signor mandato à te
che tenghi fermo il tuo buon desiderio
perche in ciel da lui eletta se
non temere il Tiranno atroce, & fero
che già la pena a lui preparata e
il vecchio sparue, _& lei con la sua mana
ogni mammella al petto trouò sana.
L’altra

[4r]

L’altra mattina il Tiranno crudele
manda à veder se Agata era morta
senza mangiar sapea, sense medele
in carcer posta fu, poi si conforta
veggendo sana la vergin fedele
stupissi tutto con la faccia smorta
manda per lei, & comincia a pregare
lei ostinata all’vsato à parlare.

Fece il Tiranno in su carboni ardenti
distendereui la Vergin gloriosa
perse in vn tratto tutti e sentimenti
& l’alma in ciel con Giesu si posa
venne in quel punto tremuoti & spauenti
& tremaua il palazzo & ogni cosa
vn muro cadde per tremuoti fieri
e vccise dua de primi consiglieri.

Il tiranno tremaua di paura
veggendo tanti segni a lui molesti
fu seppellita la Vergine pura
vn giouanetto apparue in biache vesti,
accompagnato dice la scrittura
con altri giouinetti in vista honesti
vna tauola al capo si le pose
piena dii Gigli, Gelsomini, e Rose.
Poi

[4v]

Poi caualcando Quintiano vn giorno
fu il suo caual dall’altro caual morso
saltò vn fiume senza far soggiorn
& annegouui, & non hebbe soccorso,
& fu punito d’Agata lo scorno
& cosi la giustitia fe suo corso
d’jhauer vccisa la Vergine santa
& datole martirio & pena tanta.

Cosi finì la sua misera vita
& la giustitia venne a tempo e a loco
in questo nuoua cosa e apparita
gitto presso a Capitania vn monte fuoco
tal ch’ogni gente ne resto stupita
venne presso alle mura in tempo poco
tolseno il venlo d’in su la sepoltrua
d’Agata, & fuori vscinodelle mura.

A pricission portorno il velo santo
subito il fuoco si fuggì veloce
& discostossi dalla terra tanto
che mai piu in terno à quella nuoce
Vergine adunque prestaci il tuo manto
& scampa noi dal nemico feroce
in cielo, in terra sia nostra auuocata
Vergine da Giesu incoronata.
I L F I N E.