Prego deuotissimo AL CROCIFISSO. Con vn bellissio Capitolo al Crocifisso

Item

Title

Prego deuotissimo AL CROCIFISSO. Con vn bellissio Capitolo al Crocifisso

Printed Prayers Cat. Number

PP362

Alternative Title

Prego devotissimo al crocifisso. Con un bellissimo Capitolo al Crocifisso

Publication Place

Florence

Printer/Publisher

Giovanni Baleni (Giouanni Baleni)

Date

1584

Language

Italian

Format

[4] c. ; 8°

Description of Illustrations

Woodcut of the Crucifixion with The Virgin Mary and St. John the Evangelist

Impronta/Fingerprint

o,no tono tone tone (C) 1584 (R)

Repository (Rights Holder)

Biblioteca Statale (Lucca)

Repository Call Number

Inventario LIA 34703
Collocazione E. V.h.8/9

Repository Catalog Link

Edit16/ISTC/USTC Number

Edit16 CNCE 61292

Edit16/ISTC/USTC Permalink or URL

Related Bibliography

Per Edit16: Matteucci, Luigi. Descrizione ragionata delle stampe popolari della Governativa di Lucca. (Milan: Cogliati, 1911)

Subject & Keywords

crucifix
Crucifixion
Virgin Mary
John the Evangelist

Object Type

chapbook
pamphlet
opuscolo

content

[1r]

Prego deuotissimo AL CROCIFISSO. Con vn bellissimo Capitolo al Crocifisso

[Woodcut of the Crucifixion with The Virgin Mary and St. John the Evangelist; a rough version skull of Golgotha is at the foot of the cross; blood spurts from Christ’s side wound; there are two clouds in the sky; woodcut frame is decorative but very rudimentary with lozenge, circular and crossed designs]

[1v]

Dolcissimo Signor clemente, e pio
che col tuo Santo sangue prezioso
ci liberasti dallo inferno tio
el ciel ci apristi tanto luminoso
habbi misericordia Signor mio
di me ingrato peccator vizioso
de non guardare alle ingiurie, & offese
che io t’ho fatto Signor mio cortese.

Et perche sei di misericordia ampio
& chi pecca, & s’ammenda il fai felice
tu perdonasti à l’Adultera nel tempio
& alla Maddalena peccatrice
doue mi speccio, & piglio per esempio
questa, & dell’altre assai, come si dice
la Cananea, & la Sammaritana
lor fede, & lor speranza non fu vana.

Signor tu perdonasti, & ciascun fallo
à Matteo Publican, ch’era perduto
& pedonasti à Pietro il suo gran fallo
che ti negò, io t’ho sempre creduto
non dico questo per rimprouerallo
anzi mi dolgo, & pento, e chiedo aiuto
peccaui Domine miserere mei
benche tal grazia non meriterei.

[2r]

Pur io spero in la tua misericordia
ma non si de peccar à tal fidanza
Signor io vorrei pur teco concordia
perdona al peccator pien d’ignoranza
non guardar alla mia semplice esordia
risguarda al core, & piglia la sustanza
non risguardare alle mie colpe atroce
tu perdonasti Ladron in su la Croce.

Et à Paulo la gran persecuzione
cosi perdona a me, per tua pietà
& per la santa tua & incarnazione
e per la santa tua Natiuta
& per la santa tua Circuncisione
pel tuo santo Battesimo che si da
per la tua santa Passione, & Morte
la qual ci aperse le celeste porte.

Per la tua santa Resurrezzione
perdona ogni mio fallo Iesu santo
per la tua ammirabile Ascensione
ti prego, & come lo Spirito Santo
mandasti, manda à me defensione
per quanto amai Maria, o santa o santo
per tutto quanto il glorioso regno
Signor perdona al peccator indegno,
A ii

[2v]

Et come liberasti i Enoch, & Elia
dalla morte, & Abraam già da Caldei
& Noe dal Diluuio, el qual peria
& Iob poi da taaffanni rei
come Isac par che liber sia
dal Sacrificio, & Loth dalli omei
di Soddoma sommersa giaer fuoco
cosi libera me in ogni loco.

Et come Moise da Faraone
liberasti da tanta contumace
& Daniel dal lago del Leone
a tre fanciulli dell’ardente fornace
& Susanna dal falso testimone,
cosi libera me Signor verace,
& come liberasti gia Dauitte
cosi al seruo tuo nunc dimiete.

Hor prego te dolcissima Maria
de peccatori conforto & speranza
fe mai fusti pietosa Madre, hor sia
al presente con ogni tua possanza
U& non guardare alla mia vita ria
che nel peccare son pien d’ignoranza
& se tu non ci soccorri o dolce Madre
tutti n’andiam fra l’infernali squadre.

[3r]

Io vedo certo hauer offesso tanto
Maria il tuo figliuol, chi non son degno
disgrazia, o madre per quel sangue santo
che lui sparse per me sul santo legno
col cuor ti prego, con sospiri, & pianto
che tu non habbi e mia peccati | a sdegno
ma per la tua pietà ch’ogn’altra eccode
perdona à me, & dona tua merzede.

De voggi al tuo figliuol pietoso gl’occhi
& pregal per tuo amor, & non per mio
ancor ti prego che tu t’inginocchi
dinanzi al lui, pel gran peccato rio
se vuoi che la sua grazia in me trabocchi
trami di questo laberinto rio
io te ne prego, & miti raccomando
tu mi puoi trar di contumace bando.

Per tutte l’allegrezze, & pe dolori
Maria che riceuesti in questa vita
ti prego, & per tutti e noue Cori
del Ciel, doue tu se tanto gradita
chal tuo figliuol ch’e Signor de Signori
intercede per me, che sia esaudita
& sempre guardia sendo di mia sorte
da traditor mi guardi, e da ria morte..
I L F I N E.

Capitolo al Crocifisso.

Immenso Saluator verbo incarnato
figliuol diletto dello eterno padre
di spirito concetto, & Maria nato
Et homo fatto in le Giudaiche squadre
qual pria non eri affumer tu volesti
il sacro corpo , e sua membra leggiadre
E quale al padre la deita facesti
ma quanto al corpo fusti inferiore.
qual per la nostra colpa morte desti.
Deh dimmi qual pieta caro Signore
ti spinse, à sostener si aspra pena
che del tuo corpo trasse l’ama furore
Hor mi risponde l’alma tua serena
figliuol quello eccessiuo amor diuino
mi mosse trarti dell’infernal catena
Signor giusto tu se, & io meschino
verace che promessa hai satisfatto
in Croce steso, sol per me tapino
El già formoso corpo à vn tal patto
fatt’e spietata stampa in su quel legno
suenato come angel senza alcun’atto
A contemplar tuo aureo capo vegno
il qual d’acute spine e coronato

[4r]

ch’el sangue bagna ‘l volto tuo benigno
Due spuntati chiodi hanno passato
quelle man sante che in virtu diuina
segni sopra natura hanno operato
Solcorono e sacri pie l’onda marina
trentatre’anni, scalzi in piana terra
hor l’aspro crudel chiodo gl’insanguigna,
La tua dolce soaue boca serra
dipoi l’alme rendè, che Sizio disse
cosi se aceto, & fele al giusto guerra
Vn milite la lancia al petto miste
di sangue, e acqua fatto vn dolce fonte
che à lauar uostre colpe ognun venisse
Nel santo corpo già piaghe son conte
sessanta sei, & sei milea secento
dal capo à piedi infermo per nostre onte
Col sangue effuso il mondo hai redento
la ablata carne, hostia in sacrifizio
per li peccati dle tuo amato armento
Qual contr’a cambio a tbenifizio
render possiamo à te dolce Signore
altro che fare in noi il tuo hospizio
Ti referisco grazie, & degno honore
à tua bontà, misericordia esclamo
della scorretta vita, & graue errore

[4v]

Donaci grazia che ci esponiamo
di viuer sempre nella grazia tua
che il diurno danaio hauer possimo
Vulnera cor nostrum charitate tua.

I L F I N E.
Stampata in Firenze Appresso Giouanni Baleni l’anno. MDLXXXIIII.