La deuota oratione di san Francesco con una laude bellissima

Item

Title

La deuota oratione di san Francesco con una laude bellissima

Printed Prayers Cat. Number

PP153

Date

15--

Language

Italian

Format

[4] c.

Impronta/Fingerprint

tata nele nele nele (C) 15.. (Q)

Repository (Rights Holder)

Biblioteca universitaria Alessandrina (Rome)

Repository Call Number

Collocazione XV f2.19 23
Inventario LA 001037176 / 1 v.

Repository Catalog Link

Edit16/ISTC/USTC Number

Edit16 CNCE 47059
USTC No. 762447

Related Bibliography

Baldacchini, Lorenzo. Bibliografia delle stampe popolari religiose del XVI-XVII secolo. Biblioteche Vaticana, Alessandrina, Estense.

Note

Frontispiece available on Edit 16 website

Subject & Keywords

Saint Francis
San Francesco

Object Type

chapbook
pamphlet
opuscolo

content

[1r]

La deuota oratione di San Francesco con una laude bellissima.

[Image of Saint Francis receiving the stigmata from Christ appearing on the Crucifix; Brother Leo witnesses the miracle; in a decorative frame]

[1v]

Eterna luce, e diuino splendore
immensa charita, superno Dio
tu liberasti il giusto, e’l peccatore
dal fuoco ardente, tenebroso, & rio
presatmi grazia benigno signore
quanto conuiensi al desiderio mio
chi dica l’oration del tuo suggetto
deuoto san Francesco benedetto

Regnaua à Scesi Pietro Bernardone
ricco di roba, & di molti contanti
e assai mercanzie & possessione
& trafficaua con piu mercatanti
hauea Francesco in sua dominatione
e ben lui ministraua tutti quanti
e le ricchezze niente curaua
ma sopra tutto pouerta amaua

Essendo un giorno Francesco à orare
in una chiesa di san Damiano
& stando ginochioni à vno altare
orando con feruore humile e pian[n]o
il Crocifisso cominiciò a parlare
disse Francesco mio nobil Christiano
redifica la Chiesa mia, che cade
con la tua forza, & con la tua bontade

[2r]

Non istette Francesco punto à bada
à dar principio à cosi fatta impresa
stimando certo ch’à Iesu aggrada
che facci racconciar la detta Chiesa
ma Iesu vuol che lui pel mondo vada
à difender la Fede, |ch’era offesa
Francesco à casa sua si ritornaua
& di molta pecunia ragunaua

Secretamente, che à nessun fu noto
con riuerenzia, & con molto desio
alla Chiesa torno al Sacerdote
& humilmente disse o Padre mio
per ch’io voglio esser di Iesu diuoto
al suo comando voglio vbbidir io
togli questa pecunia, & fa rifare
questa Chiesa, che sta per rouinare

Vdendo il Sacerdote le parole
non gli volse per nulla condizione
che di Fra[n]cesco assai gl’incresce, e duole
perche conosce Pietro Bernardone
vede Francesco che pur non gli vuole
nel suo core portaua gran passione
e partissi da lui con molta fretta
e la borsia in vna buca del mur getta
A ii

[2v]

Disse Francesco, e sono in casa tua
e fe pensier d’auergliene lastati
vn amico del padre à casa sua
presto n’ando à dir di quei ducati
& diste a Pietro, i gli viddi amendua
Francesco el prete, credo che accordati
fussino insieme, et perch’io nol dicessi,
se vista il prete che non gli volessi

Intese questo Pietro Bernardone
senza piu aspettar si misse in via
tutto adirato riscontro il garzone
& con minacci, & con gran villania
battendol senza niuna discretione
dicendo troua la pecunia mia
& percotendol con acerbe busse
tanto che a quella buca lo condusse

Doue Francesco la pecunia misse
dindi la trasse, & al padre la rende
iui a vn tempo Pietro fi gli disse
ma molto prima lo grida, & riprende
che andassi à vna fiera, & li finisse
molta mercatanzia come si vende
ando Francesco, & fece buon mercato
& vende e muli, e cio c’hauea portato.

[3r]

Dette per Dio che non si tenne vn grosso
di tutti quei danar c’hauea presi
& cosi e miglior panni del suo dosto
& poi si ritornaua inuerso Scesi
Pietro lo intese, & presto fi su mosso
& riscontrollo la per quei paesi
corsegli addosso con molto furore
legollo com’vn ladro, & mal fattore

Ah, ah ribaldo tu mi sei molesto
ti cauero del capo la pazzia
tu puo far conto hauer fatto del resto
dandoli calci, & pugna tuttia uia
cosi al uescouado il meno presto
dicendo mio figliuol non che sia
brutto ribaldo, pessimo demonio
io ti uo dire dar del patrimonio

Si ben disse Francesco, io son contento
e no[n] uo piu che tuo figliuol mi chiami
presente monsignor com’io consento
che tumi sciogla di tutti e legami
& dispogliossi ogni suo uestimento
dettegli al padre, & disse tu che brami
le delizie del mondo, & sue uiuande
to qui che mia ricchezza sia pi ugra[n]de

[3v]

Certo che tu no[n]n uuoi, & io no[n]n uogli
esser piu tuo, & tu non sia più mio
l’anima el corpo dal mondo dispogli
perch’altro uestimento el mio disio
udendo Mon signor un tanto orgogli[]
lo bendeisse, nel nome di Dio
uestillo poi d’un sacco, & d’una cor[]
lo cinse, perche lui cosi s’accorda.

Et cosi si parti lieto, & contento
& cominico pel mondo à predicare
li Vangeli di Dio per fondamento
la santa Trinità a dichiarare
& cosi fece il suo santo conuento
per tutto il mondo s’hebbe à diuulgar[e]
& fe tanti miracoli in sua uita
che gia mai fu da huom tal cosa udita

Sul glorioso monte della Vernia
staua l’humil Francesco in orazione
apparue allui il Re di uita eterna
per dargli in uita gran consolazione
uisibilmente, che allui si discerna
in uita tal come hebbe passione
& come Serafin si gl’appariua
con le sue piaghe Francesco feriuo

[4r]

In tal maniera le Stimite sante
hebbe Francesco da Iesu diletto
nel petto nelle mani, nelle piante
segnato fu da Iesu benedetto
per ispecchio tegnamolo dauante
sempre pregando quel co[n] puro affetto
che per noi preghi il signor de signori
che ci conduca da superni cori.

I L F I N E

AL monte santo Iesu apparia
con le sue piaghe Francesco ferie
[]l monte benedetto della Verna
staua l’humil Francesco in oratione
all’hor gli apparue il Re di vita eterna
& salutollo, con gran deuotione
secondo che la storia, el libro pone
che spesse volte a vederlo venia
[]l monte santo apparue il Saluatore
accompagnato da gl’Angeli santi
& tutto il monte copria di splendore
cantando di virtu solemni canti
& questo viddon certi viandanti
chel monte displendor lume rendia
[Q]uando vidde venire il Cherubino
il dolce pouerel fu inginocchiato,
dicendo ben ne venga il Serafino

[4v]

che dell’amor di Christo e innamorato
all’hor rimase tutto consolato
Francesco santo pien di cortesia
Anchor non vo contato il duro passo
quando il demonio lo volse tentare
e lo condusse in su vn’alto sasso
& indi a terra lo volse gettare
ma quel Signor Iesu che non ha pare
per san Francesco miracol facia
E quando il pouerello vi fu suso
la pietra gli fe luogo immantinente
& quiui stette senza andar piu giuso
la forma vi rimase certamente
& questo puo veder tutta la gente
la forma nella pietra rimania

I L F I N E